Avete voglia di una gita fuori porta diversa dal solito? Cercate una meta alternativa dove passare qualche ora durante le festività invernali?
Potreste per esempio scoprire Procida in un giorno d’inverno, fuori stagione, quando l’isola è vissuta solo dai suoi abitanti.
Approfittate di una mite giornata invernale a Napoli, dirigetevi al Molo Beverello e salite sull’aliscafo.
Solo mezzora e sbarcherete sulle sponde di Procida. Solo mezzora e vi ritroverete in un mondo a parte.
L’inverno è come sempre il periodo migliore per scoprire la vera essenza dei luoghi, lontano dai flussi turistici, lontano da tutto ciò che è dedicato al villeggiante.
La maggior parte delle attività sono chiuse, intere zone respirano in un silenzio ovattato, rotto solo dal fruscio del vento e dal miagolio di un gatto di passaggio.
Procida, a prima vista, pare deserta.
Le stradine che si inerpicano invitano ad addentrarsi per scoprire ciò che l’isola nasconde.
Incamminatevi lungo la strada che conduce all’Abbazia san Michele, ascoltate le persone, guardate come interagiscono tra loro, come se fossero tutti parte della grande famiglia dell’isola.
Dalla piazzetta potete raggiungere Marina Corricella, antico borgo marinaro e simbolo dell’isola.
Con le sue casette colorate dai tetti piatti, affacciate sulla baia, questo borgo racchiude tutto il sapore di Procida.
Salendo ancora un poco, un balcone panoramico ne offre una vista privilegiata.
Impossibile non fermarsi ad ammirare Marina Corricella in tutta la sua colorata ampiezza.
E’ questa la cartolina dell’isola, l’immagine che chi visita Procida porterà nel cuore.
Fate ancora qualche passo nel silenzio, seguendo le indicazioni per il belvedere.
Questo secondo punto di osservazione è rivolto all’esterno dell’isola e regala quindi una vista completamente diversa.
Non servono parole: la luce che fa brillare il mare con le sue increspature, l’acqua color smeraldo che si fa trasparente, da sole bastano a creare la magia.
Il panorama è mare, quiete, infinito. E’ il Vesuvio che da qui offre di sé una prospettiva diversa.
C’è ancora molto da scoprire, per cui iniziate a tornare verso il porto, dedicando qualche minuto a leggere di come Procida fosse già entrata nelle vostre case, grazie al cinema, che ne ha colto la magia e l’ha usata come luogo delle sue storie.
E’ lungo le sue strade che abbiamo visto pedalare il compianto Massimo Troisi del Postino.
E’ sulle sue spiagge che l’attore si soffermava a parlare col poeta Pablo Neruda.
Procida e il cinema, non solo italiano (ricordiamo il film “L’isola di Arturo” tra gli altri), ma anche hollywoodiano (“Il talento di Mr Ripley”).
La passeggiata fino al belvedere è imperdibile per la sua bellezza autentica, ma non è sufficiente per farsi un’idea di Procida.
E allora salite su un bus o su un microtaxi ed attraversate l’isola, fino all’estremità opposta, Marina Chiaiolella.
Ci si potrebbe aspettare che Procida d’inverno sia una terra remota, semi disabitata. Nulla di più diverso.
Il centro dell’isola è animato da un colorato viavai di macchine e motorini.
Stupisce trovarci la vita normale, quella di un paese come tanti, dove all’ora di punta si guida addirittura nel traffico.
Subito tutto appare diverso, non più il silenzio, la quiete, ma la vita quotidiana nel suo pieno svolgimento, gli abitanti in attività, il suono dei clacson.
Alcune stradine sono così strette che in qualsiasi altro posto sarebbero riservate ai pedoni, mentre qui vengono percorse con maestria da macchine e pulmini e sono a doppio senso, in un continuo gioco a chi dovrà tornare indietro e lasciar passare l’altro.
Marina Chiaiolella è alla fine dell’isola.
Qui regna di nuovo un’atmosfera di quiete, i locali sono chiusi ed aspettano di ricevere i turisti estivi, la spiaggia è deserta.
La maggior parte dei turisti, quando sceglie dove dormire a Procida, sceglie questo angolo dell’isola, con la sua spiaggia, i piccoli alberghi ed il carattere ancora forte di piccolo borgo di pescatori.
Poco più in là, si scorge il vecchio ponte, che congiunge Procida all’isolotto di Vivara, piccola ed incontaminata riserva naturale.
E’ tempo di tornare al porto, tra giardini con piante di agrumi e strettoie sempre più incredibili.
Un ultimo sguardo al paese, l’Istituto Nautico che svetta bianco, le barche ormeggiate, ed una promessa: tornare a Procida in un giorno d’estate, per viverne il mare e scoprirne i fondali.
| Foto: The Style Lovers |
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