Dopo averlo a lungo desiderato, finalmente siamo stati a pranzo a Villa Crespi dallo chef Antonino Cannavacciuolo. Ed è stato meraviglioso.
Villa Crespi è un’affascinante dimora storica sul lago d’Orta, dal 2012 parte della prestigiosa associazione internazionale Relais et Châteaux.
Della struttura, da subito colpiscono l’imponente minareto, l’architettura mediorientale, le facciate decorate in stile moresco, gli intarsi arabeggianti.
La memoria va alle architetture di Baghdad e all’Alcazar di Siviglia.
Ma siamo in Italia, nella meravigliosa cornice del lago d’Orta, con gli alberi in pieno foliage e l’Isola di san Giulio come una perla nel lago.
In un panorama così romantico, Villa Crespi è decisamente il luogo da non perdere.
E allora ci siamo. Il cancello si apre, inizia la favola.
Il grande parco secolare che circonda la villa è l’ideale per ospitare eventi raffinati, da cene di gala a matrimoni esclusivi.
All’interno, le sale si susseguono intime ed eleganti, fino alla veranda affacciata sul dehors vista lago.
Il menu di Villa Crespi creato dallo chef Antonino Cannavacciuolo
L’esperienza culinaria a due stelle Michelin ha inizio con il “Buon Viaggio” di Antonino Cannavacciuolo: una degustazione comune a tutti i tavoli, in cui lo chef si racconta con piccoli deliziosi assaggi da sud a nord.
Il consiglio è di seguire l’ordine.
Iniziamo quindi con il Maccheroncino croccante di pasta fillo ripieno di ragù napoletano.
E al primo morso siamo già conquistati.
In un solo piccolo e croccante boccone, lo chef ha racchiuso tutto il sapore dei pranzi della domenica a casa della nonna.
È già la conferma della sua filosofia: “Cucinare, per me, è sentire il richiamo dei luoghi in cui sono cresciuto”.
Gli amuse-bouches sono un vero augurio di buon viaggio, una presentazione dello chef e un avvolgente benvenuto nella sua cucina.
gli antipasti dello chef Antonino Cannavacciuolo a villa crespi
Dopo questa prima degustazione, hanno inizio gli antipasti.
Con gli Scampi di Sicilia alla “pizzaiola” e acqua di polpo arriva in tavola il colore.
Il piatto, di un intenso rosso brillante, è dimostrazione di grande tecnica e passione (solo per ottenere il gel di pomodoro servono 3 giorni).
Altrettanto gustosa è la Ricciola in crosta di pane, crescione e fragole.
Tutto giocato sui toni del verde, affianca alla freschezza della ricciola cruda la fragranza e il profumo della crosta di pane.
il piatto simbolo dello chef Antonino Cannavacciuolo
Come primo piatto, non potevamo non assaggiare la Linguina di Gragnano, calamaretti, salsa al pane di segale: uno dei piatti simbolo dello chef Antonino Cannavacciuolo, in carta a Villa Crespi dal 2005.
L’idea della salsa di pane, che avvolge perfettamente la pasta, nasce dalla volontà di recuperare un ingrediente povero ed affiancarlo a prodotti della storia dello chef.
La pasta viene bollita in acqua appena tre minuti e poi risottata fino a raggiungere la cottura ottimale ed una viscosità estrema.
“La scarpetta è permessa …anzi è quasi d’obbligo”. Ne siamo felici, perché la salsa di pane ha un sapore intenso davvero delizioso.
Con l’arrivo del secondo, viene servito un pane sfogliato alle erbe, una golosa brioche al burro alla quale è impossibile resistere.
In ogni piatto, l’altissima qualità della materia prima viene valorizzata al massimo.
Le cotture, le consistenze, i colori, l’estetica del piatto, tutto parla di tecnica e cuore per raggiungere la perfezione.
Gli ingredienti dialogano tra loro e compongono un preciso ritratto dello chef, dalle origini campane alle esperienze in Francia, fino ai prodotti piemontesi, sua terra d’adozione.
L’esperienza a Villa Crespi dallo chef Antonino Cannavacciuolo è totalizzante, tutti i sensi ne sono appagati.
In più c’è un grande lavoro di squadra, il servizio in sala è assolutamente all’altezza della cucina, premuroso, competente, non freddo.
La degustazione prosegue con il sontuoso carrello dei formaggi, cui non mancano etichette abbinate ad hoc.
Nei sotterranei della villa ci sono le cantine: una dedicata ai vini rossi, l’altra a bianchi, spumanti e champagne.
La selezione vanta circa 1800 etichette, in continua evoluzione, tra scelte classiche e contemporanee.
I DESSERT DEL MENU DI VILLA CRESPI
Infine i dessert …sì, al plurale.
È il momento di Federico Pascale, pastry chef di Villa Crespi dal 2020.
La sua è una pasticceria “contaminata”, come lui stesso ama definirla.
Troviamo spezie ed erbe aromatiche, tecniche di cucina, creatività e sperimentazione.
Lo spazio dedicato ai dolci è ricco, divertente, vario, con proposte sorprendenti.
Ci sentiamo piacevolmente viziati e quasi preda di un infinito gioco di assaggi.
Se fosse stata una delizia al limone è il pre-dessert, una creazione golosa e fresca per pulire la bocca dopo i formaggi.
L’aspetto è quello di un gelato su stecco, ma il sapore che racchiude è la risposta gourmet al classico sorbetto agli agrumi.
Lo chef Cannavacciuolo stesso racconta: “Le delizie al limone sono un dolce a cui sono molto legato, nel 1988 mio padre ne propose una sua versione in un concorso nazionale. Ricordo che salutò mamma dicendo “partecipo, ma non vincerò̀ mai”. E invece tornò a casa con il primo premio. Avevo tredici anni ed ero orgoglioso del mio papà, come oggi”.
Tra le proposte della carta dei dessert è davvero difficile scegliere.
C’è la rivisitazione della Pastiera in chiave scomposta. Un classico napoletano dedicato alle origini di Antonino Cannavacciuolo.
Poi c’è Viva l’Italia, un omaggio al piatto simbolo del Belpaese: la pasta al pomodoro.
Mondo nocciola, tutto incentrato sulla nocciola tonda gentile delle Langhe.
Olio, olive e olivello, un gioco attorno al complesso mondo dell’olio d’oliva.
Segue la piccola pasticceria, altra dimostrazione di tecnica e personalità, dove un cremino epico si affianca egregiamente al Babà al rhum e ad una generosa Sfogliatella napoletana …e si torna alle origini.
a VILLA CRESPI dallo chef antonino cannavacciuolo
L’esperienza a Villa Crespi dallo chef Antonino Cannavacciuolo è goduria e divertimento dal primo all’ultimo boccone.
Lo chef è quasi sempre presente in cucina nonostante i numerosi impegni ed esce volentieri a salutare gli ospiti e scattare una foto.
Anche durante i periodi di registrazione dei programmi televisivi a cui partecipa, ci tiene a rientrare al ristorante in tempo per il servizio serale. E i clienti apprezzano, ogni giorno il ristorante è al completo.
Degustare i suoi piatti rende evidente il motivo di un tale successo: tanta esperienza, tanta tecnica, tanto cuore.
La cucina di Cannavacciuolo è un equilibrio perfetto di consistenze, sapori, colori e architettura del piatto.
Le materie prime restano sempre protagoniste.
Non ci sono eccessi né voli pindarici, il che mantiene il menu accessibile a livello gustativo.
Un pranzo appagante, uno chef dalla grande personalità, una location raffinata e sontuosa, in cui è anche possibile pernottare, per un’esperienza 5 stelle lusso sul lago d’Orta.
| Crediti immagini: Villa Crespi – Antonino Cannavacciuolo |
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